Il suono del suo tamburo è potente e forte, come lo è la natura.
Giovanni Parrinello è il tuono, il mare in tempesta, il vulcano che esplode in tutta la sua potenza, il rumore della pioggia. Questa è stata la mia sensazione mentre lo ascoltavo suonare la sua tammorra nella Bottega 5, ai Cantieri Culturali alla Zisa, a Palermo. Ogni gesto come una liturgia per scacciare il dolore.
Giovanni è figlio d’arte, e nella sua famiglia si respira sempre aria di folk, anche dopo la scomparsa del grande Vito Parrinello. Mi racconta che ha iniziato a 7 anni a suonare il tamburo come rivalsa nei confronti un ragazzino che suo padre voleva iniziare a suonare. “Non sia mai, ti faccio vedere io!” . Prese il tamburo in mano e quel picciriddu iniziò a suonare, con meraviglia di papà.
Adesso ha la casa discografica, THE VITO RECORDS”. Inutile dire perchè questo nome. L’intento è quello di promuovere e continuare l’universo della musica folk, soprattutto in chiave di rivisitazione moderna.